Descrizione prodotto
Il volume presenta i lavori del 10° Laboratorio Internazionale di Architettura Chiaramonte Gulfi: continuare un mondo, che si è tenuto dal 25 agosto al 07 settembre 2014 nell’ex Chiesa di Santa Teresa nel centro del ragusano.
Dal 2002 i LId’A (Laboratorio Internazionale d’Architettura) sono stati eventi culturali e scientifici che si sono svolti in località diverse dell’Italia Meridionale e hanno visto la partecipazione di docenti, architetti, artisti, intellettuali, italiani e stranieri, invitati a dare i loro contributi, teorici e progettuali, sulle tematiche che i luoghi stessi presentavano, attivando uno scambio di esperienze tra storie e culture diverse.
Chiaramonte Gulfi è un luogo nel senso più ampio e complesso del termine. Questa città della Sicilia Orientale non è soltanto un caso semplice di insediamento storico dal carattere organico e stratificato, nello stesso tempo molteplice e unitario, nel quale la dimensione spontanea si iscrive in un disegno urbano preciso e durevole, il tutto in una ammirevole sintesi tra individualità e collettività. Essa è infatti il centro di una serie di significati e di contenuti quanto mai in grado di porsi oggi come un modello di quella totalità umana e culturale dell’abitare che soprattutto negli ultimi decenni ha vissuto una vistosa eclisse. Il paesaggio, la diffusa presenza di uliveti e vigneti, di coltivazioni pregiate, una pineta rigogliosa, un ambiente urbano accogliente, la permanenza di tradizioni che costituiscono l’identità della comunità, un’apertura al nuovo come ambito di una continua riscrittura creativa del passato formano un vero e proprio mondo nel quale ogni cosa è connessa all’altra, in un reciproco scambio di motivi e di temi. Esiste solo la parola mondo per esprimere questa specificità narrativa e strutturale fatta di cose, di segni, di emozioni e di valori . Un mondo che va però continuato perché il rischio che la velocità e la pervasività della globalizzazione, con la sua straordinaria capacità omologante, possa mettere in crisi le identità locali non è da sottovalutare, così come occorre evitare di reagire a questo pericolo esaltando impropriamente queste stesse identità locali tradendone con una eccessiva enfasi i caratteri costitutivi.
I problemi generali che Chiaramonte Gulfi deve affrontare per costruire un futuro conforme alla sua dimensione storico-culturale sono sostanzialmente tre. Il primo è quello di comunicare le risorse e le potenzialità ancora non del tutto espresse che la città possiede fuoriuscendo in questo modo dall’ambito regionale al quale essa è appartenuta finora, mettendosi così in rete all’interno dei centri urbani italiani ed esteri che partecipano o che possono partecipare del circuito delle città d’arte. Il secondo è quello del restauro del paesaggio. Come tutte le città italiane anche Chiaramonte Gulfi, nonostante non abbia subito consistenti processi di degrado ambientale e architettonico si confronta tuttavia con alcune situazioni che contrastano con la sua immagine. E’ il caso dell’albergo La Pineta, che si presenta oggi come una sorta di rudere moderno che pone la questione di un suo recupero tematizzato. Da segno territoriale negativo questa presenza deve diventare un elemento fortemente strategico per quell’importante ruolo che la città deve assumere nel contesto non solo di un turismo avanzato ma in quello di una modalità di vita fondata su un nuovo patto con la natura. Il terzo problema che Chiaramonte Gulfi deve affrontare si identifica nella necessità di trovare un accordo tra modernità e tradizione. Gli ambienti urbani storici sono realtà fragili, che devono mantenere il proprio carattere. La conservazione delle qualità ambientali e architettoniche non è però possibile senza che esse si mettano in sintonia con la sensibilità contemporanea, con il modo con il quale gli scenari storici sono visti e vissuti oggi. In sintesi la sfera tematica di cui si è detto deve sapere coniugare passato e futuro in una inedita simbiosi di scenari paesistici in evoluzione, di tempi intrecciati, di racconti stratificati, di architetture animate dalla memoria.
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