Descrizione prodotto
In questo libro, scritto da un calabrese immigrato, viene esaminata la vicenda di quei futuristi che hanno portato fuori dai luoghi di origine la tensione della luce e dei suoni, dei colori e del sapore della propizia terra, anelanti a quelle strutture culturali che non avevano trovato nella regione d’origine. Attraverso l’approfondimento dei motivi che hanno spinto Boccioni, Marasco e Benedetto a ritrovare nel ricordo della “Gran Madre” la modernità perseguita dai futuristi storici, possiamo comprendere la parabola alvariana e compenetrare il divario tra la fantasia e l’agire, tra il mondo interiore e la realtà, la società, la storia.
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